contatti Piccole Inquisizioni. Recensioni Amatoriali: John Grisham. Il Broker.

venerdì 18 novembre 2011

John Grisham. Il Broker.

"Marco tornò al suo posto mentre il pullman rallentava per la fermata.Ragiona in fretta si disse, ma senza farti prendere dal panico.Ti hano seguito in uscita da Bologna ma non puoi permettere che ti seguano uscendo dall'Italia"

(Il Broker)

John Grisham lo ritemgo essere un autore alquanto attuale,ma altrettanto controverso.

Prima d'iniziare a recensire, tengo a fare un paio di premesse per poter darvi la chiave di lettura a scopo di comprendere le mie argomentazioni.
Circa un mese fa recensii sempre su questo blog "L'ultima sentenza" e non ne rimasi particolarmente colpita per via dei cambi di personaggio, del tema troppo lontano dalla nostra cultura e per gli sbalzi di velocità della narrazione.
Mi fu consigliato molto intelligentemente di provare a leggere altri romanzi per farmi un'idea più complessiva delle opere dell'autore.
Così misi mano a questo libro che precede "L'ultima sentenza" di circa quattro anni.( Non ringrazierò mai abbastanza la dea bendata che ha fatto in modo di farmi avere una coppia di zii che mi rifornisce annualmente di libri di molteplici generi. )
C'è da dire che in base alle informazioni che ho reperito in rete, Grisham in questo arco di annni che vanno dal "Broker" all' "Ultima sentenza" ha cambiato stile e genere di scrittura e forse per questo che ho trovato fra il rpimo e l'ultimo una differenza abbastanza sostanziale.

Inanzitutto il Broker non è una semplice descrizione di una campagna elettorale come avviene nell'"Ultima sentenza", ma vi  è all'interno una vera e propria trama d'azione.

Il Broker narra di un ex-avvocato ed affarista, Joel Backman, arrestato per via di azioni illegali legate alla vendita illecita di un virus, JAM, capace di distruggere vari satelliti americani, tra cui il NEPTUNE.
Questo software è stato progettato da tre giovani pachistani e darà il via a colossali incidenti diplomatici
Backman si troverà quindi immischiato in guai più grandi di lui. Il suo collega e collaboratore verrà ucciso,per questo motivo lui testimonia per salvarsi la vita.Viene messo in isolamento e solo sei anni dopo il "Broker" così com'era conosciuto a Washington, viene rilasciato con un'inaspettato provvedimento di grazia.

Ma in realtà ciò fa parte di un losco piano ideato da Washington per sbarazzarsi di un personaggio pericoloso e scomodo. Infatti molti gruppi terroristici iracheni, pakistani e perfino cinesi sono molto risentiti con Backman.
Verrà portato in Italia con un'identità diversa, ufficialmente per proteggerlo, in realtà per scopi tutt'altro che nobili.
 Ho dovuto descrivere un poco le linee base della trama per via della sua intricatezza e corposità, infatti ciò è solo un assaggio dei colpi di scena presenti nel libro.
Il genere "legal thriller" si sposa perfettamente con la tematica delo "sdoppiamento" della personalità del personaggio. Ne riesce una caratterizzazione a "tuttotondo" del protagonista: dalla sua arroganza e potenza nel periodo dell'apice, alle debolezze e paure di un uomo sottotiro.
Infatti Joel/Marco non risulta antipatico, anzi riesce ad appassionare il lettore nelle sue vicende e alla fine si riesce a provare un sentimento di tesa partecipazione nei suoi riguardi.
Di contorno senza cambi immotivati di narrazione, in modo sensato e coerente rispetto all' "Ultima sentenza",vi sono le vicende dei vari gruppi che danno la caccia a Backman, attraverso sofisticati metodi di spionaggio.
La storia risulta così ben organizzata, scorrevole e molto piacevole, arricchita dall'ambientazione situata per due quarti in Italia e dall'inizio di una storia d'amore.
Marco /Backman,  nell'arco di tempo in cui da predatore passa a preda, riuscirà a rinascere in tutti i sensi e a scoprire se stesso e certi lati del suo carattere che forse prima erano offuscati dal potere, scoprirà l'amore sincero di un figlio e un sentimento sano di un amore che è sulla buona strada per sbocciare.
Vi sono molti temi in questo libro, ma sono trattati con la dovuta intelligenza e una discreta organizzazione narrativa che non annoia per nulla e lo rende comprensibile e coinvolgente.
Per sicurezza continuerò a leggere i suoi libri per consolidare la mia opinione, ma a questo punto mi sento di fare alcune considerazioni.
Non so cosa sia capitato a Grisham, ma i libri antecedenti all"Ultima giuria" sono coinvolgenti e sfacettati.

Negli ultimi lavori vi è stato un evidente tracollo di tono e narrazione, infatti non sembra scritto dalla stessa persona.
Fra un' eccellente  thriller politico/legale, a un'insipida rappresentazione di una campagna elettorale, vi è un'abisso e molta, forse troppa, carne al fuoco.
In ogni caso mi sono ricreduta su Grisham ma per sicurezza continuerò a leggere i suoi libri per rafforzare le mie opinioni.

Voto: 8/9

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