contatti Piccole Inquisizioni. Recensioni Amatoriali: Naomi Wolf, Il mito della bellezza.

domenica 4 marzo 2012

Naomi Wolf, Il mito della bellezza.

“Perché l’ordine sociale sente il bisogno di difendersi eludendo la realtà delle donne vere, dei loro visi, delle loro voci, dei loro corpi, e riducendo il loro significato a delle immagini “belle”, codificate e riprodotte all’infinito?
Anche se le ansie personali inconsce possono essere una forza possente nella creazione di una menzogna vitale, in pratica questa viene garantita dalle necessità economiche.
Un’economia che dipende dalla schiavitù ha bisogno di promuovere immagini di schiavi che la giustifichino.”






(Naomi Wolf, Il mito della bellezza.)


Autore: Naomi Wolf.
Titolo originale: The Beaty Mith. Anno: 1991
Genere: Saggio.
Edito da: Milano, Mondadori.








Salve carissimi,come state?


 In questa giornata pseudo primaverile, ho deciso di scrivere la recensione del libro che ho finito pochi giorni fa.
Amo leggere come oramai avete ampiamente appurato, purtroppo l'università e  altri impegni correlati (esami imminenti, tremila lavori di grafica da portare all'esame) hanno limitato un po' il  mio tempo a disposizione.
 Per questa ragione appena ho un momento leggermente libero da pensieri/preoccupazioni/paranoie di non passare gli esami, cerco di leggere o scrivere, perchè altrimenti la mia povera testa diventa talmente gonfia, che potrebbe competere tranquillamente con una mongolfiera.


Tra l'altro le giornate iniziano ad essere leggermente più lunghe, calde e soleggiate e per quanto mi riguarda, ora come ora, mi fa piacere anche trovare il tempo per uscire, camminare un po' nel verde del  parco vicino a casa mia e godermi un po' di queste bellissime giornate che preludono la primavera.


In sostanza, chiedo scusa se avete notato un po' di rallentamento nella pubblicazione dei post del blog, e quindi cercherò di rimediare.


Un altro motivo che può aver influito sui  miei tempi biblici di pubblicazione, è sicuramente dovuto al fatto che il genere del libro è completamente diverso da tutti quelli ho letto fino ad ora.
Siccome la mia ignoranza  e scarsa cultura riguardo alla lettura saggistica era alquanto conclamata, ho deciso di provare a discostarmi dalla mia solita narrativa e affini  per addentrarmi in questa tipologia di lettura, per me semi-sconosciuta. 
Credo che  la lettura abbia lo scopo dell'intrattenimento ovviamente, ma anche quello di  apprendimento.  Non a caso la lettura  viene definita "cibo per l'anima e la mente", in una splendida campagna pubblicitaria di tempi recenti.
Quindi  volevo provare a "nutrire" un po' le mie  approssimative conoscenze.


Questo libro è stato notato durante una mia incursione in un mercatino dell'usato, fattomi scoprire recentemente dalla mia dolce metà.
Vuoi la copertina attraente, vuoi la descrizione accattivante, ho deciso all'istante di aggiudicarmelo.


Il trattato  descrive un'argomentazione controcorrente e allo stesso tempo anticipa un tema molto discusso ai nostri tempi: viene analizzato il ruolo della bellezza femminile rapportata in tutti i campi: il lavoro, il sesso, la dieta, la violenza e la cultura.
Il tema principale del libro è il cercare di sfatare i miti recenti sbandierati dalla pubblicità  rispetto alla realtà dei fatti, di quanto vengono distorte le immagini della donna.
Nel capitolo del lavoro viene spiegato che molte donne in America vengono licenziate perchè non sono appariscenti fisicamente, anche in campi in cui la bellezza non centra assolutamente nulla.
Nel capitolo della cultura, breve ma forse centrale per capire il discorso della Wolf, viene spiegata  la storia del femminismo e una teoria interessante, ovvero l'argomentazione  in cui la cultura odierna  ha cercato di prendere di mira le donne perchè esse potevano, per la naturale arguzia,  essere migliori in molti campi, rispetto agli uomini.
Di conseguenza dopo le Ondate Femministe fra le donne si crede di aver ottenuto certe parità che in realtà sarebbero fasulle.
Nei capitolo del sesso viene affrontato e sfatato il mito in cui una donna deve ricorerre a certi comportamenti, a certe pose,e  espedienti di bellezza fisica per apparire sessualmente attraente, aspetti assolutamente irreali,nella vita reale, fuori dalle copertine e dai media.
Nei capitoli della violenza e della fame viene spiegato il motivo sociale di certi canoni femminili  e in che modo le donne vengono indotte a considerarli giusti e di conseguenza ad ammalarsi di anoressia, fare interventi chirurgici e rischiare così la loro vita.
Nel capitolo della religione, il culto della bellezza viene paragonato a certe dottrine come Scentology, e paragona il mito della bellezza ad una "dottrina" la quale le donne vengono plagiate.




L'ossessione della bellezza  a tutti i costi viene definita come un'arma a doppio taglio contro le stesse donne: le case di bellezza, le case di moda e i giornali stessi 
vogliono fare soldi sulle insicurezze femminili anche perchè così, rendendole insicure, esse non possono avere quella completa sicurezza interiore che possa aiutarle
a sfondare  "a tuttotondo" in certi campi.
In effetti l'intenzione della  Wolf è quello di cercare  di togliere quel divario fra bellezza( lo stereotipo della bella,ma vuota) e intelligenza(quindi in questa cultura, brutta), che purtroppo è ancora presente tutt'ora.
Sostiene che questa distinzione è inutile e finchè 
la si farà e se le donne si cureranno solo per apparire e integrarsi in una società, invece di farlo per una loro questione di piacere personale, non riusciranno a vedere mai la loro bellezza
interiore e il loro valore complessivo di persona.
Tra l'altro mi ha colpito molto il suo modo di supportare ogni sua affermazione con statistiche, citazioni di sue colleghe e tecniche pubblicitarie e psicologiche utilizzate
per indurre in inganno le sventurate.


Nel suo libro vi sono nozioni di psicologia del marketing e non, rimandi religiosi, esperienze vissute, citazioni da libri e l'elenco delle tecniche pubblicitarie più utilizzate. Siccome io ho studiato materie simili mi sono trovata nel mio campo. A volte  per chi non conosce la terminologia è un po' complesso, comunque si può leggere anche senza avere molte nozioni di pubblicità.


Premettendo che prima di fare la recensione, ho cercato di documentarmi sul femminismo e su varie
opinioni differenti,onde evitare figure da "cioccolataio".
                                             Naomi Wolf


La Wolf  da molti critici letterari viene definita una "sovversiva eccessivamente femminista".  A mio modesto parere invece, è sì una femminista convinta, ma in realtà in una dose corretta e non eccessiva: ella  sostiene che anche gli uomini  sono vittime di questa "mercificazione della bellezza" e potrebbero diventare in futuro oggetti della stessa( cosa che effettivamente, è avvenuta e quindi confermo che ella avesse guardato abbastanza avanti con le epoche).
Nel suo libro vengono  anche raccontate delle sue dolorose e tristi esperienze personali( che ovviamente non vi dirò, a causa della mia famosa tradizione di non rivelare troppo), che a mio parere motivano questa sua scelta di affrontare questo argomento e della accorata veemenza con cui analizza ogni fatto descritto sul libro.


Sinceramente io  ho apprezzato profondamente il libro, con questa tematica così controcorrente.
L'ho trovato coerente argomentato e assolutamente credibile.
Spiega perfettamente in ogni punto i meccanismi delle "mercificazioni della donna", e se  vi piace l'argomento, potrebbe essere un bel modo di ampliare le proprie conoscenze su queste tematiche così tremendamente attuali ancora oggi.




Voto: 9/10






                                                             
                                                            









































7 commenti:

  1. le donne sono delle illuse se pensano che gli uomini le vedano allo stesso livello. il femminile sarà sempre qualcosa di inferiore o al contrario qualcosa di magnifico, ma pur sempre diverso.

    tuttavia, dal mio punto di vista, sapendo quando una donna può essere superiore mi aspetto che sia anche altrettanto forte. se pensi di dover avere un certo tipo di aspetto fisico senza sapere amare te stessa e abbagliare gli altri con la tua natura già esistente, allora sei una debole

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Elisa, non credo che le donne vogliano esere a tutti i costi superiori, ma piuttosto vorrebbero essere apprezzate per il loro reale valore, la loro intelligenza e perchè no, anche un po' di bellezza non guasta. Cmq la tua recensione è ottima!! Un bacio.

      Elimina
  2. ho letto un articolo di ida magli oggi, in cui l'autrice teorizzava nella pressoché totale femminilizzazione delle scuole elementari, medie e quasi tutte le superiori, una precisa volontà dei governanti europei per diminuire la combattività dei popoli europei al fine di facilitarne il loro smembramento e la loro confluenza in un'unica struttura sovranazionale. Questa femminilizzazione (la prepoderante presenza di insegnanti femminili), avrebbe avuto un effetto 'castratorio' verso i maschi in quanto le femmine non sono portate al combattimento e quindi un insegnamento femminile, soprattutto nei primi anni di vita, avrebbe portato ad un indebolimento della capacità combattiva dei maschi. In realtà lei si spinge anche oltre, dicendo che questa femminilizzazione avrebbe portato anche ad una diminuzione delle capacità matematico-scientifiche delle nuove classi di allievi, in quanto i maschi sono più portati alla scienza ed alla matematica....non saprei che dire. è una teoria interessante, ma solo una teoria. Io penso comunque che il femminismo abbia portato alle donne gli stessi danni che gli ha portato il maschilismo, perché la parità dei diritti non si ottiene nello scimmiottare i comportamenti maschili . Uomo e donna sono geneticamente diversi, ma è questa diversità che li rende complementari e fondamentali nella continuità della specie. E' ovvio che i due generi debbano godere degli stessi diritti civili, legali e morali...ma nei comportamenti, negare la loro diversità comporta la cancellazione dei punti di forza reciproci, andando verso un appiattimento stereotipato e pertanto pilotabile dall'alto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Massimo condivido con te la tua visione di pensiero.In effetti credo che i tempi si siano anche fin troppo ribarltati, prima erano gli uomni a sciommiottare i comportamenti delle donne, ora invece sono le donne a farlo.

      Ma credo anche che ci siano forti interessi economici dietro a questi comportamenti e che forse, se si annullassero queste dinamiche, i guadagni legati a esse, andrebbero persi.
      Però credo anche che i media si sono sempre più accaniti con le donne, e ultimamente anche con gli uomini.
      Come mai in tv vengono pubblicate sempre pubblicità di cosmetici,più che di libri?
      Perchè la presunta ipotetica differenza fisica fa VENDERE. Mentre invece le differenze potrebbero essere uno spunto per incontrarsi, tollerarsi e conoscersi meglio.

      Elimina
  3. è un discorso un po' più complicato. Diciamo che 'educare' la gente all'edonismo, al piacere, alle frivolezze, la distoglie dalle problematiche della vita quotidiano che potrebbero ingenerare pensieri di ribellione verso le classi dirigenti. E' la vecchia logica del panem et circenses. In generale i popoli meno evoluti e civili (e noi siamo tra quelli), non sono considerati adatti alla democrazia, anche perché per indole baratterebbero volentieri una libertà costosa con una servitù ben retribuita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non saprei: devo ammettere che personalmente non sono mai stata avvantaggiata dall'aspetto, anzi. Rientrando nei canoni estetici attuali della moda, ahimé, (e risparmio descrizioni della mia persona) tutto quello che viene detto sul vantaggio delle "belle" avrebbe dovuto favorirmi. Invece, e lo ammetto non senza un certo risentimento, ho trovato molti ostacoli nonostante anche una certa preparazione e qualifiche professionali decisamente molto alte. All'università, dovevo spesso imbruttirmi per non rischiare di dare l'impressione di essere frivola, e mi sono vista superare da colleghe molto meno belle di me e a volte nemmeno particolarmente brillanti. Se fosse vero questo mito della bellezza, resa ancora più forte dall'intelligenza, persone come me dovrebbero avere molta più realizzazione, per non dire successo, mentre capita molto spesso il contrario. Credo che vada distinta la realtà dei fatti e dei vissuti dalla realtà creata dagli intellettuali come la Wolff(e purtroppo io lo sono stata...), capaci anch'essi, come la pubblicità, di costruire dei falsi miti dando l'impressione di decostruire quelli imposti dai media e dalla società dello spettacolo.

      Elimina
  4. Ciao conosci qualcuno che vende il libro “il mito della bellezza”,lo sto cercandoooo!!!

    RispondiElimina